Movimento per la vita italiano
Ancora una volta siamo testimoni del triste ritrovamento
di un neonato abbandonato nel cassonetto delle immondizie.
Siamo profondamente rattristati
per la misera fine di questa bambina
che avrebbe potuto probabilmente essere salvata
se la madre avesse incontrato
persone solidali e capaci di pronunciare parole di vita.
Siamo rattristati anche dal luogo simbolico scelto dalla madre
o da chi per lei per sbarazzarsi della bambina.
Le immondizie sono l’immagine dell’ultima povertà,
dell’inutilità estrema.
E quello che ha creato una certa cultura
è proprio l’identificazione del bambino con l’inutile,
il non umano, l’oggetto che si può gettare tra i rifiuti.
Non a caso qualcuno, in giro per il mondo,
comincia ad ipotizzare l’aborto post nascita
per liberarsi di bambini malati,
casualmente sfuggiti agli accertamenti pre-natali.
E siamo rattristati dal fatto che sarebbe così facile
salvare i bambini abbandonati alla nascita.
Basterebbe partorire in anonimato
nella sicurezza di una struttura ospedaliera,
almeno finché questo sarà possibile.
Ma basterebbe anche lasciare il neonato
in una delle 45 Culle per la vita che il Movimento per la vita
ha ripreso dalla secolare tradizione
delle ruote degli esposti e rese moderne
ed efficienti macchine salva-bambini sparse in tutta Italia.
La singolarità del caso palermitano è che proprio nell’ospedale
che ha accolto la bambina ormai morta
è attiva da anni una di queste culle.
Sarebbe veramente bastato andare poco più in là del cassonetto
per offrire una speranza a quella bambina........
Commenti
Posta un commento