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IL MISTERO DELLE ISOLE SCOMPARSE
Cinque isole sono sparite, e non si sa perché. Il 6 maggio scorso sei ricercatori hanno pubblicato i risultati di ricerche svolte confrontando immagini aree, satellitari, testimonianze locali, punti di riferimento e altro, su trentatré isole dell’arcipelago che, oltre alle sei principali, conta oltre 900 atolli. Lo studio (leggi qui) ha portato alla conclusione che, rispetto al 1947, ben cinque isole sono sparite completamente, mentre sei hanno perso una larga parte della propria parte emersa.
Stavolta i cambiamenti climatici non sono responsabili dell’evento, o almeno non solo. Nonostante il livello del mare si sia alzato globalmente di 3 millimetri in media negli ultimi cinquant’anni – spiega Lorenzo Colantoni in un’analisi pubblicata su Radio Bullets – non si era ancora compreso se questo avesse già messo a rischio l’esistenza di isole, in particolare quelle del Pacifico, tra le regioni più a rischio per via del cambiamento climatico. Al contrario, in diverse aree del Pacifico si era riscontrato un aumento della superfice emersa delle isole, portando all’ipotesi che sia ancora presto perché l’innalzamento delle acque rappresenti una minaccia reale per queste, almeno per ora. Uno schiaffo ai catastrofisti, i cui allarmi però vanno comunque presi in considerazione per il futuro del pianeta.
Questa nuova ricerca evita comunque un errore di quelle condotte in passato: si erano infatti focalizzate principalmente su aree in cui l’innalzamento delle acque era in linea con quello del resto del mondo, non considerando il fatto che in molte altre parti dell’Oceano Pacifico questo aumento è molto più forte, oltre il doppio della media mondiale. Di qui la sparizione delle isole”.
Il fenomeno però – come detto – non
va imputato solo al cambiamento climatico, e molte testate, come il Guardian, hanno per questo fatto un passo indietro rispetto alla forte correlazione tra i due che avevano espresso all’inizio. La sparizione delle isole è infatti dovuta ad un insieme di fattori, di cui l’innalzamento delle acque è uno: determinanti sono stati forse anche l’erosione e l’aumento della frequenza e della forza delle onde, ma il quadro non è chiaro. L’interazione tra tutti questi fattori e l’effetto di amplificazione reciproca degli effetti è infatti probabilmente il maggiore responsabile, ma come questo avvenga, e in che misura, è ancora difficile da capire. La stessa maggiore intensità delle onde su alcune aree rispetto ad altre, insieme ad un superiore innalzamento delle acque, rimane ancora un piccolo mistero ambientale.
La scomparsa di queste isole è però un indicatore di quello che succederà in futuro a causa (anche) del cambiamento climatico: l’innalzamento delle acque in quell’area è lo stesso che ci si aspetta nel resto dell’Oceano Pacifico tra pochi anni, e così nel resto del mondo. Senza dimenticare poi che il pericolo maggiore è rappresentato dalla variabilità dei suoi effetti; non sappiamo se l’innalzamento delle acque influenzi l’intensità delle onde, o il funzionamento delle correnti marine, e non abbiamo idea di come i vari elementi interagiscano tra di loro. “Per quello che sappiamo – conclude Colantoni – la scomparsa delle isole potrebbe essere dovuta ad un mix di elementi, che proprio il cambiamento climatico ha scatenato. E che, tra dieci anni, potrebbe ripetersi sulle coste italiane”.
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