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5 situazioni di sfruttamento e tratta di minori


Nel nostro Paese si presume che la tratta di minori e persone rappresenti la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali dopo il traffico di armi e droga, restando, tuttavia, una realtà ancora ampiamente sommersa. Una vittima di tratta su 5 è un minore e per un bambino è ancora più difficile esserne consapevole. Quali sono i tanti volti dello sfruttamento? Per saperlo è necessario saper riconoscere il volto degli offender: gli sfruttatori e chiunque tragga profitto dalla tratta dei bambini.
Abbiamo identificato 5 situazioni di tratta e sfruttamento in cui un minore può trovarsi vittima.
vittime di tratta

L’amico o il parente.

Quando lo sfruttamento è collegato ad una condizione di assoggettamento fisico o psicologico da parte di un amico o un parente, il vincolo di dipendenza affettiva può aggravare la situazione di vulnerabilità. Abbiamo raccolto la testimonianza di una minorenne bulgara obbligata dalla madre a lavorare nei campi di giorno e a prostituirsi di sera. La madre aveva deciso di venderla a un uomo.

La madre di S. ha 40 anni, è una donna bulgara di origine rom. Si è trasferita in Italia con la figlia (9 anni) dopo essersi separata dal marito. Quando S. ha compiuto 12 anni, la madre l’ha mandata a lavorare: di giorno nei campi a raccogliere frutta e verdura, talvolta anche a commettere qualche furto,
e di sera a fare la prostituta in strada. La mamma le requisisce tutti i soldi che ha ricavato. Infine la
donna vende la figlia ad un uomo, che la requisisce e pianifica di portarla all’estero non appena la
ragazza compierà la maggiore età. La madre non è d’accordo e dunque denuncia la scomparsa della
figlia. S. però ne approfitta per scappare. Viene così accolta in una comunità protetta, dove denuncia la
madre ed i soprusi subiti.

El mandoub e il trafficante passeur.

minori migranti non accompagnati sono spesso i più colpiti: principalmente sono adolescenti egiziani, ragazze nigeriane e rumene. Cosa può accedere a minori egiziani vittime delle reti informali? Le stesse famiglie ne organizzano il viaggio migratorio, pattuiscono un prezzo che i bambini, diretti a raggiungere anche le nostre coste italiane, dovranno riscattare trovandosi intrappolati in varie forme di sfruttamento, tra cui il lavoro nero. Esiste una vera e propria struttura organizzativa:
  1. el mandoub è l’intermediario che organizza la logistica del viaggio e fa da riferimento logistico nei paesi dove i minori sperano di arrivare.
  2. Il trafficante passeur è presente invece nelle zone di frontiera e svolge il compito di trasferire i minori nei Paesi di transito africani e/o europei. Oltre ad essere tra i responsabili della tratta specula sul prezzo dei trasferimenti costringendo i bambini a pagare cifre altissime per tratte anche molto brevi ed economiche.
Così D.A, 16 anni è arrivato in Italia
Un giorno sono passato a casa di uno dei miei migliori amici. Era seduto davanti alla porta di casa con sua mamma con cui stava parlando di un loro parente che era arrivato in Italia. Mi hanno invitato a partire per l’Italia ed io sono andato a casa e ne ho parlato con mio padre. Lui non era molto d’accordo, aveva paura che morissi in mare come tanti giovani. Mio padre però non rifiutava mai le mie richieste e così ha deciso di farmi partire: ha parlato con uno che organizza i viaggi che ci ha detto che dopo un paio di giorni sarebbe partita una barca per l’Italia. Quando è arrivato quel giorno, io ero a casa mentre il mio amico era a scuola. Sono andato a prenderlo perché doveva venire con me. Tutto è avvenuto in fretta. Ho salutato solo mia madre e mia nonna, senza riuscire a salutare i miei fratelli.

Il debito e il vodoo.

Le organizzazioni criminali utilizzano alcuni simboli e rituali di appartenenza per asservire le proprie vittime e come le mafiose anche quelle dedite alla tratta usano legare con un doppio filo di asservimento e minaccia ragazze minorenni, per costringerle alla prostituzione.  Spesso, queste ragazze, nel momento in cui sono vendute da un tramite alle organizzazioni prestano un giuramento “spirituale”: è il caso delle adolescenti nigeriane che giurano di restituire la somma pattuita per il viaggio che le renderà schiave in un paese diverso dal loro attraverso un rito vodoo. Il rito compone una sorta di feticcio con gli indumenti personali della ragazza che, in caso di mancata restituzione del debito, avrà un influsso magico e infausto per lei e per la sua famiglia.
Questo è quello che è successo a V
Il giorno del giuramento, alla presenza di un native doctor, colui che conduce il rito vodoo, V. e altre ragazze giurano di restituire ciascuna 35.000 euro alla persona che ha pagato per il loro viaggio, più altri 1.000 euro per l’acquisto di stoffe pregiate per Mama Precious, la donna che le ha reclutate, e 100 euro per l’acquisto di una capra per il native doctor. Esse giurano che se non pagano il debito, se vanno dalla polizia o se anche creano qualsiasi problema alla loro madam, moriranno oppure impazziranno. Anche dopo essere giunte in Italia, come avviene in molti casi, il rito vodoo viene ripetuto con ritualità specifiche, al fine di consolidare lo stato di sottomissione delle vittime. La paura delle minacce legate al rito vodoo è tale che V., durante la delicatissima operazione di fuoriuscita dal controllo dell’organizzazione, assistita dagli operatori di Save the Children, chiede di poter ripassare, a suo grave rischio e pericolo, nell’appartamento dove era costretta a vivere dai suoi sfruttatori, per recuperare i suoi indumenti intimi, che gli sfruttatori avrebbero altrimenti utilizzato per fare un nuovo rito vodoo contro di lei e la sua famiglia.

Il reclutatore e lo sponsor.

Il volto della tratta a scopo di sfruttamento sessuale può essere quello di un conoscente, amico, parente, addirittura di un insegnante.
F. è una ragazza nigeriana di 16 anni e vive a Benin City con la sua famiglia. La famiglia di F. è in precarie condizioni economiche ed F. è una studentessa brillante. Una sua insegnante le dice che, se vuole aiutare la sua famiglia, lei conosce un signore nigeriano che può condurla in Italia, e successivamente in Germania, per farla lavorare come colf e baby-sitter presso la casa di una donna nigeriana. In Italia potrebbe continuare le scuole superiori e in questo modo studiare e anche lavorare, mandando le rimesse alla sua famiglia in Nigeria. L’insegnante propone la cosa anche ai genitori di F. :viene così stipulato un contratto per un debito di 30.000 euro attraverso il rito voodoo.

Facebook e l’abuso.

È il caso di un tutore da noi segnalato, in Sicilia, che ha ottenuto prestazioni sessuali da minori stranieri non accompagnati in cambio di ospitalità, soldi e cellulari. L’abusante ha mantenuto i contatti con i minori attraverso cellulare, conversazioni in chat, Facebook, inviando loro materiale pornografico con proposte di pagamento in cambio di prestazioni sessuali.

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