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Farsi “vicini”, prossimi
Più importante di insegnare qualcosa gli altri è stare loro affianco
Padre ANDREA PANONT
Mentre passeggiavamo con un amico e discorrevamo sulla tempestività della provvidenza, il nostro occhio va al titolo d’un film: La gabbianella e il gatto.
“Tu l’hai visto questo film?” – “Si “- mi rispose. “Me ne vuoi raccontare la trama?”.
“E’ la storia d’una gabbianella e di un gatto che le fa stranamente da mamma. Questa gabbianella è nata in un momento drammatico: mentre, cioè, mamma gabbiana, intossicata dai veleni d’un discarica, stava morendo. Fatto l’uovo, non sapeva a chi affidarlo se non a un gatto che in quel momento passava di là. Mamma gabbiana prima di morire, dal gatto si fa promettere che sarebbe stato lui sempre vicino alla gabbianella, aiutandola prima a nascere, a crescere e che le avrebbe insegnato a volare.
Così, fra varie vicissitudini, il gatto fece del suo meglio per far nascere la gabbianella. Fece tutta la sua parte per crescerla. Portandole i bocconcini di cui la vedeva particolarmente ghiotta; insomma le faceva proprio da mamma.
Gli amici del gatto, tutti a deriderlo: “Che pretesa…tu, gatto, far da mamma ad un uccello”. Ma il problema che maggiormente assillava il gatto e i suoi amici, era come insegnarle a volare, senza nessuna esperienza in merito. Un’altra grande fatica era quella di aiutarla a convincersi di non essere un gatto, ma nutrire la consapevolezza che il suo mondo era quello dei gabbiani.
Nel frattempo la gabbianella cresceva. Spesso mentre mangiava i pesciolini che il gatto le portava, notava altri gabbiani che volavano sopra di lei. Li guardava, li osservava a lungo e sentiva dentro di sé che quella era la sua vita; e che proprio così anche lei si sarebbe espressa appena finito di crescere.
Il gatto, nonostante avvertisse tutta la sua incapacità a dare lezioni di volo, le stava sempre, comunque vicino… Finché, un giorno, la gabbianella, portata su un’altissima torre, spinta a buttarsi nel vuoto, finalmente volò e si unì allo stormo che passava.
Il gatto si rasserenò e capì che la cosa più bella e più importante che aveva preparato la gabbianella al volo, non erano le sue lezioni di volo; ma ciò che aveva permesso a lei di diventare se stessa era stato il suo “starle vicino”.
Essere “prossimi-vicini” gli uni agli altri. Ecco il comandamento.
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