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Grazie Papa Francesco, a nome delle vittime dell’aborto
Giovanni Paolo Ramonda, responsabile della Comunità di don Benzi, e l’arcivescovo Erio Castellucci, in preghiera al Policlinico di Modena, ringraziano il Pontefice per la lettera “Misericordia et misera”
REDAZIONE ZENIT. ORG - BIOETICA E DIFESA DELLA VITA
“L’allargamento a tutti i sacerdoti della possibilità di assolvere dal peccato di aborto, voluto da Papa Francesco, è una bella notizia soprattutto per le tante donne che incontriamo e che non sanno darsi pace per aver abortito”: Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale della Comunità di don Oreste Benzi, così ha commentato l’annuncio dato dal Papa in occasione della presentazione della lettera apostolica «Misericordia et misera».
Ramonda è intervenuto durante la preghiera pubblica per la vita nascente che si tiene tutti i giovedì, dal 2000, alle 6.50 al Policlinico di Modena. Questa mattina era presente anche l’Arcivescovo di Modena, Mons. Erio Castellucci.
Ha spiegato Ramonda: «Le donne che incontriamo non sanno darsi pace per aver abortito,anche quando lo hanno fatto a causa di gravi difficoltà. Con questo messaggio il Papa dice loro che Dio è sempre pronto ad abbracciarle e a riaccoglierle, perché una rinascita è sempre possibile».
Mons. Erio Castellucci si è rivolto alle persone presenti, circa un centinaio, riunite nella cappella dell’ospedale, richiamando all’impegno dei credenti: «Esiste, nella nostra società, un affievolimento della coscienza su questo tema; è possibile contrastarlo in modo evangelico attraverso la testimonianza e la preghiera. L’attentato contro la vita, in particolare quella indifesa ed innocente, è un peccato gravissimo, noi cristiani dobbiamo mantenere viva la coscienza negli uomini. Il grado di civiltà di una società non è dato dal progresso tecnico ma dal rispetto della vita, specialmente quando è debole».
Le preghiere per la vita nascente sono momenti che la Comunità Papa Giovanni XXIII promuove di fronte agli ospedali in cui si praticano gli aborti. Don Oreste Benzi lanciò l’idea negli anni ’90 di fronte all’ospedale di Rimini, come forma di vicinanza ai bimbi che stavano per essere abortiti, e come occasione di sensibilizzazione per la società.
A Modena nel Policlinico cittadino vengono abortiti 12 bimbi ogni settimana, 650 in un anno.
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