Santa Marta: “Dannazione eterna non è sala di tortura ma lontananza da Dio”
Citando l’Apocalisse, papa Francesco ammonisce: “Nessun dialogo con il demonio, Gesù lo ha cacciato”
Mai dialogare con il demonio se si vuole evitare la dannazione eterna. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia del mattino alla Casa Santa Marta, attingendo alla lettura odierna tratta dall’Apocalisse, dove si ricorda che il “drago”, ovvero il “serpente antico”, il “diavolo” sarà il primo ad essere giudicato e gettato nell’Abisso, perché “non seducesse più le nazioni” (cfr. Ap 20,1-4.11-21,2).
Satana, ha ricordato il Pontefice, “è il padre della menzogna, lui genera menzogne, è un truffatore. Ti fa credere che se mangi questa mela sarai come un Dio. Te la vende così e tu la compri e alla fine ti truffa, ti inganna, ti rovina la vita”.
Per non lasciarci “ingannare dal diavolo” è quindi opportuno non dialogare mai con lui, proprio come fece Gesù nel deserto: “Lo cacciava via, gli domandava il nome ma non il dialogo”. Trovandosi davanti a Satana, Gesù “lo cacciava via, gli domandava il nome ma non il dialogo” e di fronte alle tre tentazioni, si è sempre “difeso con la Parola di Dio”.
Mai, quindi, dialogare con il “bugiardo” e “truffatore” per eccellenza, “che cerca la nostra rovina” e che “per questo sarà gettato nell’abisso”, ha detto il Santo Padre, menzionando poi gli “umili”, ovvero i martiri dell’Apocalisse, che hanno resistito dall’adorare il demonio, “il denaro, la mondanità, la vanità”.
I dannati, al contrario, finiranno gettati nello “stagno di fuoco” e sottoposti ad una “seconda morte”: la “dannazione eterna”, ha spiegato il Papa, non è una “sala di tortura” ma una definitiva lontananza dal “Dio che dà la felicità” e che “ci vuole tanto bene”. La “seconda morte”, dunque, attende “quelli che sempre sono andati per la loro strada, allontanandosi dal Signore e passano davanti al Signore e si allontanano da soli”.
Se, però, “apriamo i nostri cuori” a Dio, avremo “la gioia e la salvezza”, “Cielo e terra nuovi”. Se ci lasciamo “carezzare” e “perdonare” da Gesù, saremo pronti ad incontrarlo: “È bello, è molto bello! E Lui ci chiede di essere umili e di dire: ‘Signore’. Basterà quella parola e Lui farà il resto”, ha poi concluso Francesco.
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