Vescovi del Rwanda: “Chiediamo perdono per il genocidio”
Il documento è stato scritto in kinyarwanda e letto in tutte le parrocchie del Paese africano
“Non si può parlare di Misericordia in Rwanda senza parlare di genocidio”. E’ l’appello di Sua Ecc. Mons. Philippe Rukamba, Vescovo di Butare e Presidente della Conferenza Episcopale del Rwanda, per la fine del Giubileo Straordinario. “Abbiamo letto alla fine dell’Anno della Misericordia una lettera pastorale che è stata firmata da tutti i Vescovi per chiedere perdono di tutti i peccati commessi nel genocidio del 1994 da parte dei cristiani cattolici, così come di altri peccati commessi successivamente”. La lettera pastorale è stata letta domenica scorsa in tutte le parrocchie del Rwanda.
Il documento è stato scritto in kinyarwanda e la Conferenza Episcopale sta ora curando la traduzione ufficiale in francese e in inglese, le altre due lingue ufficiali del Paese africano. “La lettera è divisa in 14 punti – ha spiegato il Presidente della Conferenza Episcopale -. Nella prima parte ringraziamo Dio per tutto quello che ci ha donato, la vita, i figli, la cultura, la Chiesa che ha più di 100 anni. Nella seconda parte chiediamo perdono per il genocidio come individui, perché non è la Chiesa in quanto tale che ha commesso questi crimini, ma sono i suoi figli che hanno peccato. Si condanna anche l’ideologia del genocidio che è stato un elemento importante nel scatenare la tragedia che ha comportato la distruzione di così tante vite e del tessuto sociale del nostro Paese” conclude Mons. Rukamba.
Tra il 6 aprile e il mese di luglio del 1994 ebbe luogo quello che viene chiamato il “Genocidio del Rwanda”, quando venne massacrato sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati) un milione di persone prevalentemente di etnia Tutsi, una minoranza corrispondente a circa il 20 % della popolazione, per motivi razziali legati ai possedimenti terrieri.
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