I responsabili irresponsabili
Queste poche righe potrebbero illuminare le menti di coloro che nella società, anche su piani diversi, vivono l’esercizio di qualche responsabilità. In fondo tutti siamo coinvolti e chiamati ad amministrare responsabilmente almeno la propria vita, il creato affidatoci e molto spesso l’esistenza degli altri.
Le persone che abdicano alle proprie responsabilità si vedono lucidamente in coloro che non vogliono rendere conto del proprio operato. Oggi il valore della responsabilità è in profonda decadenza, anche nell’intimo del cuore di chi concepisce una creatura fino a coloro che pensano di avere il diritto di fare e disfare qualsiasi cosa, perfino sentirsi in diritto di uccidere il prossimo.
Il valore della responsabilità individuale ormai ha già ceduto il passo all’affermazione individualistica e illusoria di valere più degli altri e di avere facoltà e prerogative per imporsi sugli altri. Il potere del singolo, grande o piccolo che sia, viene sempre più utilizzato per manipolare la realtà, soprattutto quando serve a difendersi dalle mancanze o omissioni che derivano dall’aver disatteso al proprio compito piuttosto che assumersi le conseguenze del proprio agire e argomentare con maturità e serietà difronte al giudizio degli altri,senza la scorciatoia facile dell’insulto più o meno feroce.
Anche nelle religioni, così come nella Chiesa cattolica, c’è questo svilimento del valore dell’autorità che Papa Bergoglio invece sta cercando, in tutte le occasioni e quasi da solo, di riportare alla sua corretta natura e funzione. Infatti lui stesso richiama costantemente i responsabili ad essere servitori e non despoti. Ammonisce in modo deciso i suoi collaboratori e tutta la Chiesa con il fine preciso di esigere esemplarità di condotta e testimonianza di comportamenti autentici e coerenti.
Così quando il Papa attacca il clericalismo, soprattutto di certi laici aventi ruoli di responsabilità, lo fa perché è consapevole di quanto tale malattia sia realmente presente e nociva per la Chiesa.
Di quante buffe etichette e tristi carrierismi forgiati in titoli inutili si ricoprono i nostalgici del barocco… quanti servitori del bene comune diventano ridicoli pavoni, assetati di primati ma poi derisi dal popolo e già condannati per la mancanza di una genuina testimonianza. Sarà impossibile recitare inosservati perché la gente ormai non ha più compassione di questi mercenari e di quelle personalità che governeranno sostanzialmente nella solitudine, attorniati soltanto dagli scaltri ipocriti, bravi, nel servilismo, a mostrare denti felici, inchinandosi al padroncino di turno, mascherati di opportunismo.
Le guide ambiziose non se ne accorgeranno mai a causa di quella cecità dovuta al narcisismo e al bisogno di sentirsi adulati ma anche perché il pavone, proprio per essere tale, difetta di ogni attitudine al discernimento. I prepotenti non si abbassano mai a chiedere e non cercano il confronto, anzi lo temono per quella viziosa supponenza che li fa affidare a coloro che vivono di pregiudizi.
Quanti governanti, leader, responsabili di ogni specie hanno fallito nel proprio servizio a causa degli ostinati autoconvincimenti e pregiudizi. Di questi responsabili mercenari il mondo è pieno e anche nella Chiesa non si scherza.
Gli irresponsabili sono inclini alle facili insinuazioni, protesi a fingere di non comprendere mai, per trasformarsi improvvisamente in prestigiatori di tante parole, capaci di arrampicate incredibili sugli specchi del demonio. Applicano in modo scrupoloso la doppia regola della super-intransigenza verso gli altri, imponendo fardelli pesanti sulle spalle dei deboli e della iper-suscettibilità verso se stessi, incapaci di sopportare la più tenue avversità.
Il disprezzo e il discredito diventano armi consuete per dar forza alle proprie ragioni riuscendo a spingere ciò che è scomodo nei baratri dello smarrimento, della sfiducia, della solitudine, dell’abbandono.
Questo avviene sia per l’ordinaria pecorella smarrita che non trova più un pastore pronto a soccorrerla fino ad arrivare a coloro che vengono lasciati sprofondare nel Mare Mediterraneo e in tutti quei baratri dove l’indifferenza regna e regola ogni cosa.
Tutto ciò sta portando l’umanità verso l’abisso dell’irresponsabilità dove lanciare la pietra nascondendo la mano è diventata la principale regola di vita il criterio di tali soggetti. Tutto viene fatto elegantemente, ma con stile e metodo occulto, mafioso, perfino con esibite lacrime di coccodrillo se necessario… ma il veleno del giudizio logora colui che è malato di potere, come tale capace di danneggiare e calpestare chiunque possa intralciare la personale e insana volontà. Altro che servitori del bene comune e artigiani della carità!
Commenti
Posta un commento