MAGIA NERA NEL LIBRO DI SCUOLA

Sei uno studente in difficoltà con lo studio? Sei in affanno per gli esami di fine anno o per il recupero di un debito formativo? Se far affidamento alle proprie forze appare ormai impervio, perché non tentare con la magia?

Il libro

Questa possibile seduzione nei confronti dei giovani alunni non giunge da qualche sito di occultismo, bensì da uno stralcio di un libro di fantascienza contenuto in un testo di storia in uso nelle scuole medie. Il nesso tra la fantascienza e l’apprendimento della storia medievale è presto detto. All’interno del volume sono contenute una serie di schede con esercizi annessi che hanno l’obiettivo di far prendere agli alunni dimestichezza con la costruzione dei testi di storia.
Questo ruolo è affidato anche al racconto intitolato “Naturalmente” e contenuto nel libro “Racconti Matematici” (ed. Einaudi, 2006), dello scrittore di fantascienza deceduto nel 1972 Fredric Brown. “Quella che segue – si legge nel cappello introduttivo preparato dall’editore del testo scolastico – è la storia di uno studente che è meglio non imitare. Leggi la successione degli eventi che hanno un esito molto diverso da quello che il protagonista avrebbe sperato”.

La storia

Il protagonista in questione è uno studente universitario che si trova immerso tra le pagine dei suoi libri di geometria, in ritardo con lo studio e dinanzi al rischio concreto che da un’eventuale ennesima bocciatura a un esame scaturisca la sua espulsione dall’università.
Scoraggiato, il giovane ha allora l’idea di affidarsi a forze occulte per raggiungere lo scopo di superare l’esame. “Si era sempre interessato di magia e sui libri aveva letto semplici istruzioni necessarie per evocare un demone e costringerlo ad obbedire alla propria volontà”, scrive Brown. Del resto – si legge ancora – “era una cosa pericolosa, ma quella era un’emergenza e valeva la pena rischiare. Solo grazie alla magia avrebbe potuto diventare un esperto in geometria”.

L’epilogo

È così che il giovane prende da uno scaffale un libro di “magia nera”, inizia a leggere le indicazioni necessarie e, sulla scorta di quanto ha capito per ottenere il suo agognato risultato, traccia con il gesso un pentagono sul tappeto e vi entra. Dopo di che pronuncia degli incantesimi. A questo punto gli appare un demone descritto come “più orribile di quanto si aspettasse”, al quale il giovane dopo essersi fatto coraggio comincia a spiegare: “Non sono mai stato bravo in geometria…”. Ma il demone interviene e “con gioia sadica” afferma: “L’avevo intuito”. Alle parole il mefistofelico figuro fa seguire i fatti: “E con un sorriso di fiamma lo afferrò attraverso le linee di gesso dell’inutile pentagono che Henry aveva disegnato per errore, invece dell’esagono che l’avrebbe protetto”. Così termina il racconto. Agli studenti viene chiesto, come esercizio, di “Disporre gli eventi narrati nel racconto nell’ordine in cui si sono verificati”.

Didattica discutibile

Un modo per educarli a saper individuare in un testo gli eventi chiave, a saper cogliere le relazioni tra loro e a valutare quelli di minore o maggiore importanza. Il rischio, tuttavia, è che oltre ad essere uno strumento squisitamente didattico, il racconto in questione possa costituire un sinistro suggerimento nei confronti degli alunni. Vulnerabili come sono alle suggestioni che provengono dall’esterno, perennemente impegnati con lo studio, gli studenti delle medie potrebbero lasciarsi persuadere davvero dal fatto che “solo grazie alla magia” si diventi esperti di qualche materia.

Rischi

Curiosa è la conclusione del racconto. Si parla di una figura che il demone traccia e che “avrebbe protetto” il giovane poco avvezzo allo studio. È quella dell’esagono, un simbolo ricorrente nell’ambito dell’occultismo e che rappresenta le rivoluzioni terrestri. Chissà cosa intendesse dire di preciso l’autore, Fredric Brown. L’uso dei simboli nell’occultismo è diffuso per comunicare in modo criptico, per veicolare messaggi tra le righe.
Insomma, un piccolo distillato di occultismo è presente in un volume in uso tra gli studenti medi. È vero che l’editore del libro di testo introduce il racconto descrivendo il protagonista come “un giovane da non imitare”. Però, si sa, i giovanissimi sono molto deboli al fascino del proibito. Soprattutto quando ad esso si associa l’illusione di poter risolvere i problemi senza sforzo.


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