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Giovani tra sballo e sballo
Mi faccio spesso una domanda: “Come mai i ragazzi di oggi, di frequente, fanno uso di bevande super alcoliche e droghe? Dibattiti televisivi, talk show e anche semplici discorsi tra amici sono sempre più incentrati su questo tema. Molti hanno cercato di rispondere a questo facile interrogativo che non ha una risposta semplice o, almeno, plausibile in grado di gettare le basi per risolvere anche in parte questo problema. Problema o moda? Abitudine o pura curiosità di provare?
Il fenomeno “sballo - sballo”, indicato così dai giovani di oggi, si è diffuso, negli ultimi venti anni si è esteso a macchia d’olio su tutto il nostro territorio. Non più grandi metropoli popolate da adolescenti che, per vari motivi, fanno uso di bevande superalcoliche e droghe, ma addirittura piccoli centri provinciali, dove l’alcol e le droghe prendono il sopravvento proprio sugli adolescenti che molto probabilmente non hanno stimoli, proposte per crescere e stare bene con se stessi.
Sono in aumento e giovani e giovanissimi dipendenti da alcol, eroina e cocaina. Ed è proprio nei piccoli centri, dove spesso domina la noia e i ragazzi non hanno più sogni da inseguire, che il fenomeno ha assunto toni drammatici. Se nella metropoli l’adolescente ricorre all’alcol per sentirsi grande, nelle nostre province i ragazzi bevono quel cocktail in più nel tentativo di sfuggire a un mondo che non hanno contribuito a costruire ma solo, passivamente, ereditato e che vorrebbero diverso.
Certo si potrà obiettare che spesso queste analisi sono un alibi e che si cerca in qualche modo di trovare una motivazione a un fenomeno che, in ogni caso, non può avere giustificazione alcuna. E’ innegabile tuttavia che non sempre i giovani sono capiti e aiutati. Anzi, nella maggior parte dei casi la comunità è pronta a puntar loro l’indice accusatore senza cercare di scavare a fondo per debellare la causa di queste devianze.
Non è tuttavia con le critiche che s’impediscono le morti ingiuste per droga, alcol; non è puntando il pollice verso questi ragazzi che si fermano le stragi sulle strade del sabato sera. Non dimentichiamo invece che il fenomeno “sballo - sballo”, sta ad indicare il vuoto interiore di queste nuove generazioni, il non senso che accentua la rabbia e la noia.
Sono tanti, troppi, i giovani che, in questo loro tempo dedicato alla “distrazione”, hanno perso la vita mentre la società, non curante, tace, continua imperterrita per la sua strada, sempre con lo stesso stile: l’indifferenza. Di sballi non se ne parla più, di morti per droga e alcol nemmeno. Ai due tossicodipendenti che hanno ucciso poco tempo fa l’amico per provare l’emozione di un omicidio, è stata riservata una fuggevole notizia nei media. Accidenti come siamo caduti in basso!
Allora cosa possiamo suggerire? Bisogna dare una mano a questi ragazzi, sempre più fragili, aiutandoli a crearsi una loro precisa identità. Quali sono le strade giuste da intraprendere? Forse è arrivato il momento di prendere consapevolezza del fatto che ognuno di questi ragazzi è unico e ha diritto a sperare e a godersi la propria gioventù senza essere deviati dai “commercianti” del piacere. Il piacere è venduto e gli acquirenti preferiti sono i giovani.
E’ giunto il momento di parlare loro di gioia, di felicità da conseguire e non di solo piacere da consumare. Non solo. Quel Dio “ucciso” nel cuore e nella mente e nel cuore di molti ragazzi e giovani perché inutile, dovrà risorgere, almeno come segno di ricerca, di speranza. Mi piace l’affermazione di un giovane che ho accolto in Comunità: “Prima ho ucciso Dio, poi mi restava solo di far fuori me stesso”.
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