Non voglio perderti… magari ti aspetto (Mt 18,15-20)
“In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,15-20)
Commento di Gaetano Piccolo
Ciascuno di noi ha sempre nelle mani la possibilità di favorire o distruggere la comunione. Gesù lo esprime con l’immagine del «legare e sciogliere», i verbi che indicavano la possibilità di ammettere o di escludere dalla comunità. […]
Questo potere di accogliere o di escludere è dunque sempre nelle mani di ciascuno di noi. Gesù si concentra sul caso più semplice: quella piccola comunità che è formata dall’essere in due, come nella relazione di coppia o nell’amicizia.
Gesù sottolinea il potere della comunione tra i due, al punto da insistere sulla necessità di percorrere ogni passaggio possibile prima di decretare la fine della relazione. È un dono così prezioso che prima di dichiararne la fine occorre aver esplorato tutte le possibilità di recuperare la relazione.
La comunione tra i due è un bene così potente da riuscire a ottenere da Dio qualunque cosa. Il vero miracolo, infatti, non è ottenere da Dio, ma mettersi d’accordo, cioè essere comunione, che vuol dire essere come Dio che è comunione. […]
Alcuni ingredienti possono rendere particolarmente difficile la costruzione della comunione:
– Innanzitutto la tentazione di assolutizzare il proprio orizzonte, le proprie ragioni, i propri schemi. Nel rapporto a due, assolutizzare vuol dire pretendere di occupare tutto lo spazio. L’altro viene percepito così come colui che mi toglie l’aria.
– Un secondo pericolo è l’etichettamento. Mettiamo etichette sull’altro perché questo ci fa sentire rassicurati nella possibilità di controllarlo: è lì, e non ci sfugge (almeno apparentemente). Ma l’etichettamento toglie all’altro la possibilità di crescere e di cambiare: chi si sente etichettato, a un certo punto, scoppia!
Assolutizzare ed etichettare portano inevitabilmente alla violenza nella relazione.
– Il terzo ostacolo alla comunione nella relazione a due è la velocità. In genere abbiamo velocità diverse. Se non ci proponiamo di aspettare l’altro, lo perdiamo. Ovviamente, anche qui, se abbiamo davanti solo la nostra meta personale da raggiungere e non una meta comune, non ci poniamo neppure la preoccupazione di aspettare l’altro.
Commenti
Posta un commento